The Miracle of Cana. The Originality of the Re-production
Cierre Edizioni, Caselle di Sommacampagna (VR), 2011.
Questo volume racconta la storia di un grande dipinto che i monaci commissionarono a Paolo Veronese nel 1562. La tela di circa 70 metri quadri occupa l’intera parete posteriore del Refettorio di Palladio, ed è stata concepita come un logico e glorioso trompe-l’oeil a completamento dell’architettura. Il coro di lodi e la continua meraviglia che suscitava l’opera indussero Napoleone e i francesi – che avevano occupato Venezia – a confiscare l’opera nel 1797 come bottino di guerra. Fino all’arrivo del fac-simile il muro era vuoto, e questo rappresentava una ferita aperta che faceva venir meno nell’insieme l’atmosfera originaria del refettorio. L’11 settembre 2007, esattamente 210 anni dopo la sua rimozione, il fac-simile è stato “svelato” e l’opera d’arte data dalla combinazione di architettura e dipinto fu ripristinata e poté nuovamente essere ammirata.Questo libro racconta la storia di questa avventura. Esso contiene sostanzialmente tre sezioni riguardanti 1) la biografia del dipinto originale, 2) la descrizione dettagliata dei processi tecnici attraverso i quali il fac-simile è stato prodotto, 3) la riflessione critica sul significato estetico e storico di questa operazione, e ha contribuito a far luce su aspetti inediti riguardanti i problemi di conservazione e restauro. In realtà, come molte delle riflessioni fatte nella terza sezione, le nuove prospettive create dal facsimile ci portano a concepire “l’aura” in modo dinamico, come qualcosa che può “migrare” da un luogo all’altro, dall’originale alle sue “copie”.